La costruzione dell'attuale parrocchiale rientra negli interventi voluti dal re Carlo Alberto sul territorio di Pollenzo fin dal 1832. La documentazione del cantiere di costruzione e decorazione della chiesa, progettata da Ernest Melano, responsabile anche del "restauro" del Castello è conservata presso l'Archivio di Stato di Torino nel fondo "Archivio della Casa di S.M.".

Sappiamo pertanto che il progettista presentò una relazione, un conto preventivo, studiò accuratamente le soluzioni formali poi approdate ad uno "stile gotico", che Carlo Alberto infine desiderava che la nuova costruzione fosse il più possibile "in stile" col nuovo contesto. Della antica chiesa poco si conosce al momento attuale: Carità ha segnalato la presenza di un capitello scolpito impiegato con funzione di base di croce nel presbiterio e, a livello iconografico, un disegno del Randoni (Bibl. Reale di Torino) in cui si vede l'antico campanile.
La parte decorativa interna già affidata in gran parte al Bellosio che dipinse nei tre spicchi del coro (da sinistra): il Martirio di San Vittore, la Madonna Assunta e l'Educazione della Vergine. Lo stesso pittore, legato ai cantieri palagiani, lascia due pale rispettivanicrite nella cappella di fondo della navata sinistra raff. Santa Margherita da Cortona e nella cappella simmetrica destra: Cristo che appare a San Pietro. L'architettura, che riprende modelli gotici, flamboyant, prevede in cima ai pilastri polilobati che scandiscono la navata centrale fino al presbiterio, ventisei statue in scagliola raffiguranti Profeti e Sibille, con ogni probabilità opera di scultori "di fiducia" di P. Palagi come Giuseppe Gaggini, impegnato per le statue degli apostoli nel parco del vicino castello e nelle quattro statue marmorce nella facciata della chiesa stessa.

L'intervento carloalbertino significò anche l'arrivo di parte dello straordinario coro ligneo e dei leggio tardo gotici della abbazia di Staffarda.


Dettaglio del coro ligneo (notare il numero delle orecchie ... )

Anche questa operazione è documentata da un carteggio tra l'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro e l'Ufficio d'Arte dell'Amministrazione del Patrimonio Privato del Re e sarà pertanto possibile in futuro conoscerla dettagliatamente anche nella misura in cui coinvolse Pebanista Gabriele Capello detto il Monealvo (altro artista dell'équipe palagiana) nel "restauro" e adattamento dei seggi alla nuova abside. All'interno della chiesa sono conservati anche due gruppi lignei tardo ottocenteschi dello scultore Roasio di Mondovì raffigurantì la Madonna Assunta e Sant'Anna e la Vergine bambina di cui non è nota la provenienza: se per acquisto da parte del parroco o della Comunità o dono di Casa Savoia che, tramite il passaggio sulla via laterale, godeva di un palco apposito di fianco al presbiterio da cui poteva assistere al culto. La chiesa è dotata di un organo Collino datato 1876 qui approdato a inizio Novecento dalla chiesa di San Giovanni di Bra.

Elena Ragusa