L'anfiteatro
Vista aerea del "borgo Colosseo"
(da http://www.pollenzo.6go.net/)
Tra i reperti dell'antica
Pollentia, esso rappresenta il più vasto conservato fino ai giorni
nostri, ed ancora visibile in certe parti. Già a partire dall'alto medioevo
furono costruite delle case rurali appoggiate sulle strutture di fondazione
dell'anfiteatro. Per questo motivo risulta inequivocabile la sua originaria
ubicazione sul territorio. Gli studiosi sono però discordi per quanto
riguarda la posizione rispetto alle mura della città. Nuovi scavi effettuati
in prossimità dell'anfiteatro, che hanno portato alla luce resti di una
tomba di età flavia, avvalorerebbero l'ipotesi che la struttura sorgesse
extra moenia. Inoltre la scelta di porre una così imponente struttura
fuori dal centro abitato risolveva problemi di ordine pubblico. Infatti si sarebbe
rivelato difficoltoso organizzare il massiccio afflusso di persone, che si aveva
in occasione di ogni gioco gladiatorio, all'interno dell'esiguo spazio caratterizzante
la normale viabilità cittadina. D'altro canto si potrebbe pensare che
un così imponente edificio, posto a ridosso della città e non
protetto da mura, rappresentasse un pericolo in caso di attacchi esterni. Il
periodo in cui fu costruito, però, caratterizzato da una profonda stabilità
politica, sembra escludere tale possibilità. In ultima analisi è
opportuno ricordare, come sostiene il Mansuelli , che la collocazione fuori
dalle mura poteva essere dettata da un motivo estetico: evitare un confronto
diretto di una massa così imponente con il resto della città,
che sarebbe apparso sproporzionato.
Le opinioni al riguardo sono però discordanti. La d.ssa Filippi, alla
luce dei nuovi ritrovamenti archeologici, ha sostenuto l'ipotesi che l'anfiteatro
occupasse un'area interna al contesto urbano, anche se periferica .
Dall'esame della posizione dell'anfiteatro rispetto all'area urbana, si è
rilevata una stretta connessione con gli altri edifici pubblici ed il resto
della città. L'asse maggiore è parallelo all'asse del teatro ed
anche al Decumanus Maximus della maglia urbana. Ciò implica necessariamente
un forte legame tra l'infrastruttura e la città stessa rendendo la prima
"componente rigida del sistema-città" .
Inserito dunque in uno schema, che scavalca i confini della città, l'anfiteatro
sorgeva appena fuori dalle mura, lungo la strada che collegava Pollentia
ad Alba Pompeia. Tale via era affiancata da necropoli, come testimoniano
i numerosi ritrovamenti archeologici. Il più imponente è un monumento
funerario sito all'incrocio tra questa via e la strada per Santa Vittoria, detto
Turriglio.
Per avanzare delle ipotesi relative alla costruzione dell'anfiteatro, bisogna
ricordare che già dalla fine del II sec. a.C. e l'inizio del I sec. a.C.
andò sviluppandosi la consuetudine, presso la classe dirigente romana,
di finanziare ludi e venetiones oppure la costruzione degli edifici pubblici
atti ad ospitarli, per conquistarsi il favore delle masse.
Probabilmente, l'anfiteatro di Pollentia fu costruito durante l'epoca
giulio-claudia (I sec. d.C.), come si ritiene in base ad un episodio narrato
da Svetonio . In aiuto di tale ipotesi, è utile ricordare che si tratta
di un periodo caratterizzato da una notevole solidità economica e da
un grande fermento edilizio che si inserisce nell'opera generale di pianificazione
riguardante l'intera area. Per questo motivo, sempre durante il I sec. d.C.,
si pensa fu costruita la maggior parte degli anfiteatri della Cisalpina quali
Eporedia, Libarna, Augusta Bagiennorum, Mediolanum e Augusta Pretoria.
Tratto da "Analisi
storica dei materiali e delle tecniche costruttive
per la salvaguardia dell'anfiteatro romano di Pollenzo"
Tesi di Laurea dell'Ing. Erica Stroppiana